\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \sl240 \f1 \fs24 LÆabdicazione del Kaiser, piegato dalla sconfitta militare, il 9 novembre 1918 diede via libera alla proclamazione della
repubblica. Essa sorse pi∙ dal venir meno dellÆimpero che da un moto popolare. La rivoluzione di novembre, di cui furono protagoniste le minoranze della sinistra socialista e comunista, non fu in grado di conferire alla repubblica il volto di una radical
e trasformazione. Nel gennaio 1919 le elezioni per lÆAssemblea nazionale costituente, che si riun∞ a Weimar, lontano dagli scontri politici e sociali della capitale, offrirono la prima risposta alle rivendicazioni di alternative radicali di tipo socialis
ta o sovietico. Il rinnovamento della societα tedesca avvenne a metα: alle trasformazioni istituzionali, simbolo delle quali era la stessa proclamazione della repubblica, non si accompagnarono trasformazioni strutturali û nΘ una riforma agraria che spezz
asse il potere del latifondismo prussiano, nΘ una riforma industriale che colpisse i gruppi monopolistici û capaci di modificare il rapporto tra le classi e di operare una redistribuzione del potere sottraendone il monopolio ad agrari e grandi gruppi cap
italistici. La stessa trasformazione istituzionale incontr≥ limiti severi, che dovevano ritorcersi contro la democratizzazione dello stato e della societα: la continuitα della burocrazia, dellÆamministrazione della giustizia, in qualche misura dello stes
so potere militare, cui i socialdemocratici moderati avevano affidato il mantenimento dellÆordine nel momento dello scontro con la sinistra radicale, furono tutti fattori che minarono sin dallÆinizio la repubblica e che avrebbero sabotato lÆattuazione de
lla Costituzione democratica. Ridimensionata territorialmente, economicamente e militarmente dal trattato di Versailles, la Germania riceveva con la Costituzione dellÆagosto 1919 un ordinamento politico sulla carta tra i pi∙ avanzati dellÆepoca.\par
Per
la prima volta nella storia della Germania unita erano affermati il principio della sovranitα popolare e il primato del sistema parlamentare, temperato dai poteri conferiti al presidente della Repubblica; questi, che doveva risultare da una elezione pop
olare diretta, poteva in situazione di emergenza sostituirsi agli organi parlamentari e al potere legislativo. Nella prassi, ad opera del presidente P. L. Hindenburg, i poteri presidenziali non funsero da correttivo delle disfunzioni del sistema parlamen
tare ma concorsero alla distruzione del sistema stesso.\par
Un altro aspetto fondamentale del processo di democratizzazione introdotto dalla Costituzione era il riconoscimento della funzione insostituibile dei partiti politici, che il Reich fondato da B
ismarck aveva tollerato ma mai pienamente legittimato. LÆintroduzione del suffragio universale senza pi∙ riserve (compreso cioΦ il voto alle donne) era il complemento naturale del sistema rappresentativo e del ruolo attribuito alla libera espressione del
la volontα popolare. LÆordinamento dello stato era in armonia con la conquista dei diritti civili e politici e dellÆeguaglianza tra i cittadini. Il Reich acquistava la struttura di uno stato federale, con la presenza di poteri legislativi e di competenze
parallele, tra la federazione e i LΣnder. Come risultato di una drastica semplificazione della struttura federale e della detronizzazione delle dinastie locali, il Reich risult≥ dallÆaggregazione di 17 LΣnder, dotati tutti di eguali poteri e autonomia.
La Prussia rimase il Land di gran lunga pi∙ consistente, ma il meccanismo federale impediva che essa potesse trarre privilegio dalla sua dimensione. Questo non significa che non sorgessero problemi nel rapporto centro-periferia e che tutti i particolaris
mi fossero di colpo scomparsi. La stessa Prussia, che pure, paradossalmente, negli anni della repubblica fu un bastione della democrazia, la Renania, soprattutto la Baviera, con le sue tendenze reazionarie, antiprussiane e antiprotestanti, furono al cent
ro di conflitti con il Reich che denotavano la necessitα di un ulteriore perfezionamento della soluzione adottata dalla Costituzione. QuestÆultima, infine, tra le sue novitα, apriva la strada a soluzioni di compromesso nel campo della politica economico-
sociale, venendo incontro alle aspettative di larghe masse emerse al momento del crollo dellÆimpero. In un certo senso ispirava un modello di collaborazione tra capitale e lavoro, legittimava ad ogni effetto lÆesistenza e la funzione delle organizzazioni
sindacali (dei lavoratori come del padronato), quasi a risarcirle della precaria situazione di incertezza anche giuridica che aveva presieduto alla loro esistenza nellÆimpero.\par
Ma il progetto di una ôdemocrazia economicaö sviluppato dal movimento si
ndacale si scontr≥ con la situazione oggettiva della repubblica e con le resistenze di un padronato non disposto a perdere il suo potere. La base politica della repubblica fu costituita dal consenso espresso dai partiti democratici della cosiddetta coali
zione di Weimar, la socialdemocrazia, il centro cattolico, il partito democratico (espressione dei liberali di sinistra). In realtα, questa piattaforma fu pi∙ una eccezione che la regola, rappresentata dallÆincessante sforzo di allargare il consenso sul
versante della destra, verso lÆala conservatrice del liberalismo tedesco, che forn∞ con G. Stresemann lÆuomo di stato e il ministro degli Esteri di maggiore statura della repubblica. La stabilizzazione della repubblica incontr≥ due ordini di ostacoli, su
l piano internazionale e sul piano interno. Sotto il profilo internazionale la repubblica fu sfibrata dalla lotta per la revisione del trattato di Versailles, dallÆimposizione delle riparazioni ai vincitori, dal superamento dei controlli militari imposti
con il trattato di pace. La politica di adempimento di Stresemann indic≥ la via per un onorevole reinserimento della Germania tra le potenze. Ma anchÆessa fu violentemente osteggiata dalla destra nazionalista e dallÆagitazione nazionalsocialista, che al
iment≥ fra lÆaltro la leggenda della ôpugnalata alla schienaö per identificare nella democrazia la protagonista della sconfitta del 1918. Sin dalle sue origini pertanto la repubblica fu messa in stato dÆaccusa da uno schieramento di nemici, nel quale si
erano aggregati, con i residui del vecchio militarismo e i sostenitori della monarchia, forti tendenze nazionaliste, antidemocratiche per tradizione e per lo spirito bellicista ereditato dalla guerra, e un antisemitismo inasprito dalla sconfitta e dai fe
rmenti rivoluzionari del dopoguerra.\par
Le aspettative riposte nella repubblica come protagonista di una grande trasformazione politica e sociale furono deluse: nel 1925 lÆelezione alla presidenza del maresciallo P. L. von Hindenburg, alla morte del pr
esidente socialdemocratico F. Ebert, segn≥ lÆinversione di tendenza. La democrazia fu sconfitta dalle sue debolezze interne e dallÆattacco, senza risparmio di colpi, portatole dalla destra antidemocratica, che ebbe la sua punta di diamante nello spregiud
icato partito nazionalsocialista di A. Hitler. A partire dalla fine degli anni Venti la crisi mondiale ebbe in Germania uno dei suoi epicentri, data la dipendenza dallÆeconomia statunitense che gli aiuti concordati per il pagamento delle riparazioni avev
ano generato. Colpito dalla depressione e dalla inadeguatezza dei mezzi per fare fronte alla disoccupazione dilagante, il sistema politico fu messo in crisi dalla gestione extraparlamentare avviata dal cancelliere H. Brⁿning, con il sostegno del presiden
te Hindenburg, e soprattutto dalla determinazione e dalla demagogia nazionale e sociale del Partito nazionalsocialista (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP); dal 1930 al 1932 questo lavor≥ sistematicamente per la distruzione della repub
blica democratica, operando attraverso lÆascesa elettorale e parlamentare e attraverso la lotta di piazza soprattutto contro le organizzazioni e i militanti socialdemocratici e comunisti. Screditando lo stato democratico e il sistema dei partiti, la NSDA